identikit

Identikit

Identikit

Sesso: F.

Età: quasi al giro di boa dei 50.

No:

Ai convenevoli. Alle manovre di piccolo cabotaggio. Alla mancanza di visione. Agli atti di fede. Al tirare a campare.

Sì:

A dire sempre quello che si pensa. E a lottare per la verità.

Ho un debole per:

I piani ben riusciti, le melanzane alla parmigiana e il cibo in generale.

I miei credo:

Essere una faccia, non una maschera.

Una persona, non un cliché.

Amo e professo la lealtà nella diversità di opinioni.

I miei difetti:

Faccio le facce. Nel senso che se proprio sento dire delle cazzate, disapprovo. E’ più forte di me.

Poi sono permalosa. Uhhh se sono permalosa.

Poi sono troppo perfettina (pignola, per citare mia figlia grande).

Poi, dopo una vita da magra, non riesco più a rimettermi in forma, mannaggia a me e alla mia fame.

I miei pregi:

Non so trattare le persone a seconda del loro status. Che tu sia un ministro, un miliardario o un’umile signora delle pulizie, per me hai la stessa dignità.

Non sono e non sarò mai lecchina. Nè opportunista.

Il mio modo di vivere:

Sono un soldato. Faccio quello che devo, rispettando le regole e le gerarchie.

Sono disciplinata.

Sono organizzata.

Ce la metto tutta, faccio sempre quello che posso con quello che ho. Anche se a volte (spesso, questo blog lo dimostra) non basta.

Esploro, non esibisco.

Tendo a stare dalla parte degli sconfitti.

Fin troppo empatica, a rischio di farmi male.

Ho sempre bisogno di stimoli nuovi, quando mi annoio temo di non saperlo nascondere.

La normalità mi uccide, la ripetizione mi sfinisce.

Cerco di costruire un giorno sempre diverso dall’altro.

Quello che penso del mio attuale datore di lavoro:

Non ci diciamo troppe cose, ma so che, se ho bisogno, lui c’è. Lui è dalla mia parte. Sempre, incondizionatamente. E questo per me è tutto.

Che cosa mi fa ridere:

I film dell’Ispettore Clouseau con Peter Sellers. Doti comiche eccezionali senza tempo.

La leggerezza dei miei colleghi “burloni”, del presente e del passato.

Che cosa mi fa piangere:

Pensare alla morte dei miei genitori. E alla mia.

Pensare alla nonna che ha aspettato per 34 anni il ritorno a casa del nonno, morto tragicamente e improvvisamente in Argentina per un infarto. Voleva vederlo arrivare con la sua valigia marrone, invece lo ha accolto in aeroporto dentro una cassa di legno.

1978.

E poi vedere papà e zia abbracciati al funerale della nonna. Immagine indelebile.

Sentire November Rain dei Guns N’ Roses. Anche solo qualche nota.

Canzone preferita:

Lucky Man, The Verve.

Film preferito:

L’attimo fuggente (1989).

Al secondo posto, ma di poco: Nel nome del padre (1993).

Al terzo posto, ma di poco: Billy Elliot (2000).

La foto preferita (che mi ritrae):

Prima elementare. Grembiule bianco, fiocco rosso. Occhi neri che bucano l’obiettivo del fotografo, chiamato a immortalare frontalmente, ufficialmente questa tappa storica.

Speranza.

Futuro.

Tutta una vita davanti.

“Impaziente mi aspettava la vita” (Franco Battiato).

 

 

 

 

 

 

 

Articolo creato 219

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