passione

Un’umile riflessione sulla parola “passione”

Passione dappertutto.

Passione a destra e a manca.

Persone appassionate, passione che brucia, passione che dà la spinta, motore di ogni azione.

Come sempre, lo dico in primis a me stessa.

La parola “passione”, se ben interpretata, sarebbe calzante per descrivere un lavoro che realizza: essa infatti indica quella situazione in cui si soffre ma allo stesso tempo si gode. Una persona con la “passione” per la corsa soffre fisicamente quando si allena, così come una persona travolta da una “passione amorosa” soffre emotivamente; allo stesso tempo, però, queste persone sono felici nella sofferenza.

La “passione”, quindi, incarna un raro momento di sublimazione esistenziale: una sintesi estrema e apicale di bene e male, realizzazione e annichilimento, giusto e ingiusto.

Se il lavoro è quindi anche sacrificio, dedizione, trasporto, farne una “passione” sembrerebbe la chiave corretta per avere una vita lavorativa realizzata. Ma c’è un problema: la passione brucia. Consuma, erode. Non può durare a lungo. La passione amorosa presto o tardi svanisce: o si consuma virtuosamente nella complicità e nella condivisione, o esplode e svanisce nella delusione e nella sofferenza. Alternativamente, la passione si può sì mantenere, ma a piccole dosi, come nello sport: finché non diventa impegno totalizzante ma rimane una finestra di sfogo, può funzionare.

Ma un lavoro che realizza non può essere passeggero. Confondendo la passione con l’amore si travisa un momento catartico, personale e travolgente con una condizione stabile, condivisa, soddisfacente. Un lavoratore letteralmente “appassionato” sarebbe una rovina per un’azienda che lo assumesse, allo stesso modo in cui uno spasimante follemente innamorato nel lungo termine sarebbe un pessimo marito. La passione rende incapaci di dare quella affidabilità, stabilità e capacità di mediazione e compromesso che, sia nel lavoro che nella vita affettiva, fanno la fortuna di un progetto condiviso.

Preferisco la definizione di “persone innamorate”. In modo sano, equilibrato, più o meno costante nel tempo, non folle.

Articolo creato 219

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